PER UNA NASCITA SOSTENIBILE E ECOLOGICA: 
Salutogenesi e salutofisiologia nella nascita

Articolo di Verena Schmid

Recenti ricerche forniscono convincenti prove che la salute di cui godiamo
durante tutta la nostra vita è determinata in buona parte dalle condizioni del nostro sviluppo in utero.
Il modo in cui siamo entrati nella vita rappresenta il fattore principale di come la viviamo.
Ognuno di noi, non solo le donne gravide, ha una responsabilità verso le generazioni non ancora nate,
il cui nome non sappiamo e i cui visi non abbiamo visto
per assicurare che le loro vite siano il più possibile sane e gratificanti.

Nathanielsz
Imparare la vita

Disegno a matita di una mamma e un bimbo. PER UNA NASCITA SOSTENIBILE E ECOLOGICA: Salutogenesi e salutofisiologia nella nascita, di Verena Schmid

Impariamo la vita nascendo.
L’imprinting della nascita non riguarda solo la nostra salute futura, ma la nostra vita relazionale e sociale, il nostro atteggiamento di base verso la vita; orienta la nostra aggressività, la nostra fiducia, le nostre paure, il nostro orientamento verso il mondo, ci dice che cos’è, com’è il mondo. Importa quindi come nasciamo. Il mondo che incontriamo nascendo cambia in base alle modalità in cui avviene la nascita: se nasciamo da un parto naturale, da un taglio cesareo, da un parto operativo, in un ospedale, nella propria casa e famiglia, in un campo, nel mare o in una vasca da bagno. Cambia se siamo accolti o non accolti. Cambia se siamo allattati al seno o con il biberon, cambia se possiamo prendere il primo colostro o se prendiamo la glucosata. Cambia se possiamo seguire i nostri ritmi o se ci vengono imposti. Cambia se veniamo consolati o lasciati soli. Cambia in tutti gli aspetti, anche nella salute primale. Un elemento principale che apprendiamo nascendo dal corpo di nostra madre è il ritmo. Il nostro corpo funziona in modo ritmico, la nostra vita si svolge in modo ritmico e ciclico. I ritmi della nascita sono le matrici di base dei ritmi della vita. Periodicamente riviviamo l’imprinting della nascita, nella sessualità, durante l’adolescenza, nel nostro diventare genitori, nelle separazioni e nei distacchi, nelle unioni e nelle simbiosi, in tutte le fasi di cambiamento importanti.

Imparare i ritmi

La definizione ecologica della salute è essenzialmente: movimento, reattività, ritmo alternante tra due polarità. Non è né il benessere, né il malessere a costituire la salute o la malattia, ma è l’alternanza ritmica fra stati di armonia e di crisi, la capacità reattiva ad esse, a costituire la vita, la vitalità, la salute. Il dialogo, la comunicazione, la relazione ne determinano la qualità. La nascita è il primo luogo di apprendimento di tali cicli. Il bambino li apprende nel suo divenire e li ripeterà, arricchendoli di nuove variabili, crescendo.

La gravidanza, il parto, l’esogestazione sono eventi ritmici, con un movimento individuale, ma regolato dai tempi biologici e dagli eventi relazionali

La matrice di base del ritmo è l’oscillazione tra espansione e contrazione, con una leggera prevalenza dell’espansione sulla contrazione durante la gravidanza, il parto e l’allattamento.

Il ritmo comportamentale della donna in attesa, che favorisce questo ritmo fisiologico, si muove tra comportamento attivo e passivo – ricettivo, tra espressione della sua energia femminile e maschile, sempre con una prevalenza dell’energia femminile, che si farà via via più marcata nell’evolversi di gravidanza e parto.

Il ritmo emozionale è quello tra apertura interiore e autoconservazione, con una leggera prevalenza dell’apertura sull’autoconservazione che diventa totale al momento del parto.

Queste prevalenze verso l’espansione e l’accoglienza sono necessarie alla donna per poter far crescere un bambino dentro di sé, partorirlo e allattarlo, sono necessarie al bambino per il suo divenire. Il bambino si sviluppa e cresce nello spazio dell’espansione. Il suo benessere dipende dall’espansione materna attraverso gli ormoni suoi fetali e quelli materni e attraverso la prevalenza del sistema parasimpatico e quindi, del tono vagale, che regola i sistemi interni e favorisce lo sviluppo.

Dal punto di vista della salutofisiologia sappiamo che gli eventi della riproduzione si svolgono prevalentemente a livello del cervello arcaico, cioè del sistema limbico, del talamo e ipotalamo, dell’ipofisi e sono quindi prevalentemente involontari. In queste zone si coordinano le emozioni profonde, gli istinti vitali arcaici, le memorie profonde (anche della vita prenatale e della nascita), la sessualità con le secrezioni endocrine e i neurotrasmettitori, gli informatori e comunicatori del corpo che producono le rispettive azioni fisiologiche. La nostra parte cosciente, la neocorteccia può imprimere una direzione di massima al sistema limbico: più verso la contrazione, inibendo i meccanismi fisiologici, o più verso l’espansione, potenziandoli.

Il cervello arcaico, dominante l’emisfero destro del cervello, è la sorgente principale di quel linguaggio metaforico e non verbale che favorisce la comunicazione nel corpo e tra i corpi e le emozioni di madre e bambino in tutto il periodo di formazione endo- ed eso-uterina, ma anche successivamente, rappresentando quel cordone ombelicale sottile nella relazione madre-bambino che rimane per tutta la vita. 

Se poi vogliamo allargare ulteriormente lo sguardo sull’ecosistema umano e sull’ambiente nel quale la donna vive, possiamo osservare dense relazioni tra ambiente esterno, percezioni sensoriali e attività del cervello arcaico. La donna infatti, per mantenere un equilibrio funzionale, ha bisogno di sentirsi al sicuro, protetta, in un ambiente di sostegno, deve avere la certezza della conservazione della sua integrità sia fisica che psichica (no aggressione), ha bisogno di trovare un legame profondo con il suo bambino che le da la motivazione per affrontare i cambiamenti totali che stanno avvenendo nella sua vita, ha bisogno di poter condividere, di esprimersi, anche creativamente, in uno spazio contenuto quali sono per esempio i gruppi.

I ritmi fisiologici: anche i sistemi fisiologici lavorano secondo la legge della polarità in un ritmo alternante. Prendiamo ad esempio il sistema neurovegetativo con l’alternanza tra il sistema ortosimpatico e parasimpatico, il sistema endocrino con l’alternanza ritmica di ormoni antagonisti come ad esempio adrenaline ed endorfine, la respirazione con l’alternanza tra inspirazione e espirazione, l’attività cardiaca con l’alternanza tra contrazione e espansione. In sintesi si può affermare che la salute è il risultato di una buona relazione tra i vari elementi componenti l’essere umano e il suo ambiente, di una buona oscillazione tra contrazione e espansione. 

La relazione è sinonimo di salute anche per il bambino, il quale apprende e si costruisce attraverso la comunicazione madre – bambino – ambiente, sia a livello fisiologico che emozionale. Ne emerge di riflesso l’importanza del fattore comunicativo e relazionale, prova ne è il fatto che un bambino che nasce e rimane senza relazioni, si ammala e nei casi gravi muore. Un adulto fuori da una rete relazionale altrettanto si ammala.

La capacità relazionale, l’ascolto di sé, il ritmo comportamentale sono risorse della donna per creare e mantenere la salute nel suo percorso maternità. Per l’ostetrica, l’osservazione clinica della ritmicità e dell’alternanza sia fisiologica che comportamentale ed emozionale possono diventare un criterio di valutazione importante, rispetto alla salute della donna e del bambino.

Imparare la reattività

Fin dall’inizio della sua esistenza i concetti di ritmo e reattività fanno parte della matrice creativa dell’essere umano. Le sfide da affrontare nel percorso del divenire sono costanti. Il loro scopo è proprio quello di formare la capacità reattiva.

Già per l’embrione numerosi sono i pericoli in agguato: appena dopo il concepimento potrebbe restare bloccato nella tuba, potrebbe venire aggredito dal sistema immunitario materno, potrebbe non trovare il giusto ordine per formarsi, potrebbe cadere nella cavità uterina senza la possibilità di trovare un approdo, potrebbe trovare un terreno non pronto, scarso nutrimento, scarso ossigeno di cui ha estremo bisogno per la sua attività cellulare intensa. Potrebbe percepire lo spavento della madre, quando scopre di essere incinta, potrebbe incontrare sensazioni ostili ecc. Ad aspettarlo nella cavità uterina vi sono i macrofagi, grosse cellule immunitarie, che possono decidere, se eliminarlo o farlo crescere. Eppure l’embrione ha notevoli competenze e risorse, un potenziale generativo incredibile ed è dotato di una volontà precisa per navigare sano e salvo in mezzo a questi pericoli e approdare nell’endometrio materno dove s’ingloba nel corpo materno. Moltissimi meccanismi fisiologici lo sostengono nel suo viaggio verso il mondo, come la sua capacità di nutrirsi in modo autonomo, di annidarsi dentro la mucosa uterina, di usare le sue cellule multipotenti secondo i bisogni del momento, di riparare e ri-formare i tessuti lesi o incompleti, di produrre ormoni. 

La madre lo può sostenere, se è a conoscenza del suo lavoro iniziale. Glielo può facilitare, rallentando i suoi ritmi e gli impegni generali del suo organismo, praticando la respirazione profonda per fornirlo di ossigeno, pensandolo e accogliendolo per facilitargli il radicamento.

Il ritmo e il movimento

Fin dalle prime fasi del suo sviluppo l’embrione attiva anche la ritmicità. Dopo ogni fase di sviluppo dinamico, tridimensionale vi è una pausa, entra quindi nel ritmo attivo – passivo, lo stesso ritmo della creazione del mondo (ritmo giorno-notte, 6 giorni di attività, uno di riposo e contemplazione, oggi chiamato default mode).

Gli organi si sviluppano con dei movimenti precisi con il ritmo di contrazione-espansione: per esempio il tubo neurale inizia con la notocorda che subisce una spinta in alto e in avanti, le creste neurali si aprono come le ali di una farfalla, per poi piegarsi in un abbraccio sul tubo neurale, chiudendolo, includendo una parte del liquido amniotico.

L’intestino nasce dall’invaginazione del sacco vitellino e da altre invaginazioni, è inizialmente chiuso e si apre nella sua evoluzione ai due poli craniale e caudale in bocca, naso, ano. 

Il cuore nasce all’esterno dei fogli embrionali sopra quella che diventerà la testa e l’embrione, crescendo si flette, lo porta davanti a sé e lo avvolge, poi lo incorpora.

L’apprendimento 

Dopo 7 settimane di gravidanza si possono già osservare dei movimenti fetali attivi (maf) di rifiuto e difesa, dei maf per orientarsi, dei maf spontanei e di riflesso (su stimolo del movimento materno).

Questo ci parla per una vita psichica e sensoriale dell’embrione già reattiva. Esistono memorie di questo periodo dentro di noi. Sono oceaniche, globali, non definite. (Schindler 1983)

L’esperienza, l’apprendimento sono il presupposto dello sviluppo. Le endorfine hanno un ruolo importante nell’apprendimento e sono presenti fin dall’inizio dello sviluppo dell’ovulo, a 12 settimane hanno raggiunto i livelli pari a quelli di una persona adulta.

Il tronco encefalico (parte del sistema limbico) che si forma molto presto possiede una placca di recettori per l’apprendimento, le emozioni, la memoria profonda.

La memoria fetale è legata alla ripetizione. Apprendere e risolvere problemi per il feto è stimolante e divertente ed è il presupposto per il suo sviluppo.

La competenza sensoriale è una delle più importanti del feto. E’ attraverso i sensi che forma il suo corpo, il suo cervello e le sue esperienze. Nella vita futura i sensi rimangono lo strumento principale dell’apprendimento attraverso l’esperienza e la percezione.

A 22 settimane circa il bambino passa da uno stato totalmente introverso (l’organizzazione interna del suo corpo) verso uno stato estroverso (la percezione del mondo), di nuovo un movimento polare. Molti popoli festeggiano questa apertura del bambino verso il mondo con rituali specifici. Ha inizio il ritmo polare introspezione – estroversione.

Il mondo emozionale della madre con i suoi aspetti alternanti tra momenti sereni e momenti tesi preparano il bambino dolcemente alla polarità nella vita, la placenta filtra le tensioni materne e cerca di mantenere un’omeostasi a basse oscillazioni. La placenta (madre, radice) cura l’adattamento del bambino.

Nel terzo trimestre tutti i ritmi si approfondiscono. Inizia la vera preparazione alla vita extrauterina. Il bambino apprende il sonno profondo da alternare al sonno REM, apprende l’interruzione del movimento costante, a fermarsi, approfondisce le sue capacità motorie e apprende la spinta propulsiva. L’emissione degli ormoni diventa più ciclica, ma anche più polare, abbassamenti di progesterone si alternano a rialzi di ossitocina, il progesterone viene trasformato in estrogeni ecc. . Tutto il sistema fisiologico spinge il bambino nella direzione del ritmo espansione-contrazione, verso il ritmo del respiro, verso il ritmo della vita. 

Il rispetto dei ritmi di madre e bambino sono la premessa per una nascita sana. L’interruzione dei ritmi li mette in pericolo.

L’intenso ritmo contrazione-espansione del parto fisiologico con la relativa produzione ormonale mette il bambino in grado di affrontare la vita non solo dal punto di vista fisico, ma anche dal punto di vista dell’aggressività. Le contrazioni uterine non sono solo da intendersi come forze espulsive, ma anche come regolatori dei nuovi sistemi di adattamento fetale/neonatale. La nascita fisiologica con un suo inizio spontaneo, dettato dal bambino, con i suoi ritmi spontanei e fisiologici, crea le basi per il sistema di adattamento “steady state”, ovvero per la capacità di mantenere l’omeostasi, e successivamente per lo sviluppo del sistema “attacco e fuga” che permette al bambino di percepire i pericoli e di salvarsi con comportamenti adeguati. Nascere con le sue forze è quindi fondamentale per la sua capacità reattiva, per la sua salute fisica e psichica. 

E’, in fondo, un suo diritto. 

L’altissima produzione dell’adrenalina fetale durante il parto fisiologico da al bambino la possibilità di “aggredire” il mondo, di andare verso il mondo, di orientarsi e prendervi il suo posto. 

Riassumendo si può dire che una gravidanza e un parto rispettato offrono al bambino nascente il massimo del potenziale di salute e di integrità possibile. Il legame con la madre, conservato attraverso l’accoglimento diretto dalla madre alla sua nascita, dall’allattamento al seno, offre al bambino, futuro adulto un imprinting di fiducia, di piacere e di rispetto verso la vita e, si potrebbe dire anche, verso il pianeta, la madre dell’umanità. E questi sono aspetti ecologici importanti.

LA SICUREZZA INSITA NEL PARTO FISIOLOGICO

La nascita con gli ormoni materni e attraverso la sua vagina garantiscono al bambino:

–        Un adattamento primario ottimale, base per la sua salute futura

–        Un adattamento immunitario ottimale e la creazione di un sano microbiota e microbioma

–        Un’ottima reattività immunitaria sull’asse TH1 e TH2

–        Un’ottima capacità di regolazione e di tolleranza allo stress (reattività neuroendocrina)

–        Un’ottima regolazione degli assi endocrini, del sistema ossitocico e del sistema di gratificazione (identità personale e di genere)

–        Un’ottima capacità relazionale e la capacità di desiderare e creare legami nella vita

Il principio della lotta

Il termine, coniato da Michel Odent, indica l’importanza per i sistemi reattivi del bambino di potersi esprimere non solo a livello fisiologico, ma anche sul piano comportamentale ed emozionale. Il bambino apprende la lotta fin dall’inizio della sua esistenza. Aggredire l’endometrio con i suoi villi ne è una delle prime espressioni. Mettersi in posizione cefalica ne è un’altra. Ma l’imprinting decisivo lo riceve durante la nascita. Reagire alla pressione interna, spingersi fuori attivamente, lottare per venire al mondo sono esperienze primarie fondamentali per la vita futura. L’allenamento continua con l’allattamento al seno. Procurarsi il cibo, succhiare con tutte le forze, chiedere relazione con il pianto, con lo sguardo, reagire alle prime malattie con le competenze endogene ecc. sono solo alcune delle tappe importanti che lo attendono.

Nel primo trimestre dell’esogestazione il bambino fa un grossissimo lavoro di adattamento. Mette appunto e stabilizza i suoi sistemi interni autonomi: il sistema immunitario, endocrino e neurovegetativo, digestivo, ma anche i suoi apparati fisiologici. E’ ancora aiutato dal latte materno che lo fornisce di anticorpi, ormoni e informatori e dal corpo materno che gli insegna i ritmi. Il corpo materno è una vera e propria guida delle funzioni fetali e neonatali e partecipa in modo subcorticale, istintivo alla loro regolazione. Come abbiamo già visto nell’endogestazione, il bambino apprende attraverso la ripetizione. Ha bisogno di tempo per apprendere. Quindi più che il singolo atto, è la continuità di un atteggiamento a incidere sulle sue modalità di crescita.

La potenza ecologica per la donna e il bambino

Nell’ecologia umana si distingue tra una potenza ecologica, costituito da chi contiene e una valenza ecologica costituita da chi è contenuto. La qualità della potenza ecologica determina la qualità della valenza ecologica, ovvero, la qualità del contenimento determina la qualità di chi è contenuto. Nell’ecosistema madre – bambino la madre è la potenza ecologica del bambino, quindi si può affermare che la qualità relazionale della madre determina fortemente la qualità relazionale del bambino. Ma la madre con il suo bambino è anche valenza ecologica nell’ecosistema coppia. Il suo partner rappresenta la potenza ecologica, madre e bambino né sono la valenza ecologica. Quindi la qualità relazionale del partner determina o nutre la qualità relazionale dell’unità madre-bambino. La coppia con il bambino a sua volta è valenza ecologica nell’ecosistema famigli allargata che né rappresenta la potenza ecologica. La famiglia è valenza ecologica dell’ecosistema società ecc.

L’ostetrica può essere potenza ecologica della donna madre durante il percorso maternità e influire così positivamente sulla qualità relazionale e di salute del bambino. Ma ancora più importante di ciò è che l’ostetrica attivi le potenze ecologiche quotidianamente vicine alla donna, che le possono offrire un nutrimento costante affinché lei possa essere potenza ecologica per il suo bambino (Schmid 2005).

Una nascita diventa sostenibile quando la madre è ben sostenuta in tutto il percorso maternità, attraverso delle potenze ecologiche costanti, quando può godere della continuità dell’assistenza attraverso la gravidanza, il parto e l’esogestazione, quando è al centro dell’assistenza, come protagonista della sua esperienza, quando è ben connessa con il suo corpo e il suo bambino e motivata, quando è in grado di adattare il suo stile di vita ai bisogni della maternità e può godere di una condizione lavorativo che la facilita, quando è protetta a un livello socioeconomico. Tutte queste condizioni permettono al bambino di sviluppare il suo pieno potenziale umano.

LA MADRE, LA TERRA

La madre da forma e struttura al corpo, alla mente e allo spirito del bambino e dell’intera umanità che nasce da lei.

E’ un arco teso tra passato e futuro

L’imprinting che porta con sé e passa alla nuova generazione proviene e dura da e per almeno altre due generazioni

La sua visione è a lungo termine e transgenerazionale

L’imprinting che dona al suo bambino durante la gravidanza e alla nascita crea le future competenze relazionali, empatiche e sociali del bambino e da un imprinting alla sua relazione con il pianeta

Prendersi cura della madre significa prendersi cura del pianeta terra.

La potenza ecologica per l’ostetrica

L’ostetrica ecologica è ritmica. Lavora nell’alternanza delle polarità. Ciò significa che persegue come obiettivo la continuità dell’assistenza dal concepimento fino al primo anno di vita, che segue le donne nei loro momenti ciclici durante la loro vita, che cura il concetto ecologico della salute globale, che rispetta e protegge i ritmi individuali di madre e bambino. Ma anche, che apprende il ritmo personale tra dare e prendere. Dare alle donne, ai bambini, alle famiglie, alle colleghe, alle istituzioni nelle quali lavorano, prendere periodicamente attraverso la formazione continua, il confronto in gruppo, la supervisione, l’attivazione delle risorse personali.

Questo significa che attiva il ritmo relazionale tra dentro e fuori. Osserva le dinamiche delle donne e le porta dentro di sé, si interroga sulle proprie esperienze in ambito materno-femminile, approfondisce la conoscenza di sé per poter approfondire la relazione con le donne. Si conosce meglio per conoscere meglio le donne. Affronta i propri lutti per poter guidare le donne attraverso i loro.

Per poter fare questo, per poter migliorare la propria qualità, anche l’ostetrica ha bisogno di una potenza ecologica che la contiene e sostiene.

Allo stato attuale, l’ostetrica che si assume la sua professionalità, soprattutto quando lo fa in senso globale, ecologico, viene spesso additata, emarginata, ricattata, ridicolizzata, lasciata sola, spesso anche punita, soprattutto nei momenti professionalmente difficili che ogni operatore prima o poi si trova ad affrontare. Non esistono forme organizzate di supporto per l’ostetrica.

Vorrei qui prospettare un panorama diverso di un ostetrica professionista, responsabile della cura della salute di donna e bambino, attiva in un rapporto di continuità di assistenza, che è contenuta da consulenti medici in un rapporto di dialogo e rispetto delle rispettive competenze, dall’istituzione sanitaria che coopera, la accoglie e sostiene nei momenti di difficoltà, dalle istituzioni politiche che le restituiscono l’importanza e la dignità della sua professione (sociale ed economica) e che le fanno da potenza ecologica: credo che in questa condizione l’ostetrica potrebbe dare il meglio di sé e le donne, i bambini, le loro famiglie potrebbero godere di un ottimo sostegno e cura nel loro percorso del divenire.

Riferimenti bibliografici:

-Buckley S. (2004): Undisturbed birth, nature’s hormonal blueprint for safety, ease and ecstasy, MIDIRS,14 (2): 203-209
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-Downe, S. (2004), Normal childbirth: evidence and debate, Churchill Livingstone, Edinburgh.
-Downe, S. (2006), “Engaging with the concept of unique normality in childbirth”, British Journal of Midwifery, vol. 14, no. 6, pp. 352-356.
-Hodnett E.D. (2006):  Continuity of caregivers for care during pregnancy and childbirth (Cochrane review). In The Cochrane Library, Issue 2.
-Liedloff J.: Il concetto del continuum, Meridiana ed. Bari 1994
-Moore KL,  Persaud TVN: Lo sviluppo prenatale dell’uomo, EdiSES, Napoli 1998
-Nathanielsz P.: Life in the Womb, the origin of Health and Disease, Promethean Press, Ithaca, New York 1999
-Prost A, Colbourn T et al (2013): Women’s groups practising participatory learning and action to improve maternal and newborn health in low-resource settings: a systematic review and meta-analysis. Lancet. 2014 May 24; 383 (9931): 1806.
-Sandall J, Hora Soltani et al: (2016): Midwife-led continuity models versus other models of care for childbearing women, Cochrane pregnancy and Childbirth group, Database of scientific reviews, DOI: 10.1002/14651858.CD004667.pub5  
-Schindler S., Zimprich a cura di: Oekologie der Perinatalzeit, Hippokrates Verlag Stuttgart 1983
-Schmid V.: Venire al mondo e dare alla luce, percorsi di vita attraverso la nascita, Apogeo ed. gruppo Feltrinelli, Milano 2005
-Weihs T.: Embriologia tra mito e scienza, Filadelfia ed.1986

Foto di Verena Schmid, ostetrica, autrice

Verena Schmid, ostetrica dal 1979; docente internazionale in salutofisiologia e salutogenesi in ostetricia, docente del master “Salutofisiologia in ostetricia” presso l’università di Salisburgo (A), fondatrice della Scuola Elementale di Arte Ostetrica, Firenze, e della rivista professionale D&D, donna e donna, il giornale delle ostetriche (dal 1993), autrice di numerosi articoli in riviste professionali, di 5 libri e coautrice di dieci testi internazionali, promotrice di una cultura della nascita consapevole e autodeterminata. Ha partecipato al documentario “Amaranto” che ha vinto il premio del pubblico nel 2018 e al film tedesco “Die sichere Geburt” di Carola Hauck (2017).
WWW.VERENASCHMID.EU 

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